300 ★½

Adattando per il grande schermo l'omonima graphic novel di Frank Miller (a sua volta ispirata a L'eroe di Sparta di Rudolph Maté), Zack Snyder rivisita in chiave fantasy e orrorifica la celebre battaglia delle Termopili. Malgrado l'imbarazzo di una scrittura esageratamente infantile, retorica e manichea, il film incarna piuttosto fedelmente gli ideali del bushismo (il passo delle Termopili è la frontiera dove Leonida/Bush e i suoi prodi si sacrificano per la missione di fare la "sentinella" del mondo occidentale civilizzato¹) e presenta una ricercatezza estetica impattante, tutto sommato coerente con l'ideale ellenico del καλὸς καὶ ἀγαθός (kalòs kai agathòs). Tale riferimento è rinvenibile non solo negli addominali degli opliti spartani, nella ieraticità delle pose e nella pomposità dei costumi, ma anche e soprattutto in uno stile registico fatto di ralenti insistiti che, seppur estenuanti, hanno il merito di cristallizzare l'azione, spazializzando la battaglia come se fosse scolpita sul marmo. Un'operazione cinematograficamente interessante, che avrebbe tuttavia meritato una sceneggiatura degna di questo nome.

¹ Flavio De Bernardinis, Segnocinema

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