The Palace ★★

Per rappresentare la nascita del nuovo millennio e l'inizio del processo di disgregazione europea, Roman Polanski sceglie di dirigere una farsa claustrofobica, all'insegna del kitsch e del cattivo gusto. Adottando uno stile grottesco quanto i suoi personaggi (l'irricevibile abuso della CGI ne è la più fulgida dimostrazione), il regista abbassa la macchina da presa e immerge lo spettatore nella volgarità del benessere, il solo linguaggio comune di una babele di lingue che non si capiscono tra loro e che trova nella cafoneria l'unica possibilità di comunicare con l'altro¹. Malgrado la scarsa originalità del contenuto e il didascalismo delle intenzioni, il film ha il coraggio di denunciare il degrado della contemporaneità prendendovi parte, con tutti i rischi respingenti del caso. Di certo, non il più banale e insignificante dei cinepanettoni.

¹ Roy Menarini

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