Perfect Days ★★★

A sei anni di distanza dal suo ultimo film, Wim Wenders torna dietro la macchina da presa per realizzare un dramma intimista sulla bellezza del quotidiano. Partendo da Ozu ed evitando i cliché tipici di uno dei generi prediletti del cinema d'autore, il film sembra ricondurre la serenità esistenziale del protagonista a un equilibrio con il mondo del tutto slegato dai valori della contemporaneità (Hirayama pulisce minuziosamente gabinetti pubblici, abbraccia la solitudine, rinuncia alla ricchezza, ama la natura e l'analogico). Un'opera senile, che rifiutando semplificazioni e manicheismi (come dimostrano le sequenze oniriche e il tormentato sorriso del finale) invita lo spettatore a scegliere il suo posto nel mondo.

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