Foglie al vento ★★★

Rielaborando in chiave personale e contemporanea il Breve incontro di David Lean con tutte le contaminazioni del cinema successivo (l’etica di Bresson, l’estetica di Godard, il deadpan di Jim Jarmusch, la tenerezza di Chaplin), Aki Kaurismäki confeziona un mélo strettamente ancorato al Novecento. Pur ambientando il film nel presente e proiettandolo addirittura nel futuro (come dimostra un calendario del 2024), l'essenzialità della messa in scena e la scelta di luoghi in via di estinzione (la fabbrica, il pub, il cinema) rimandano al secolo breve che non intende prendere congedo dal mondo (come dimostra l'ingombrante presenza dei conflitti bellici, lasciati fuori campo, eppure impossibili da ignorare). Al netto di un ritmo non sempre brillante, la durata è esigua, lo stile asciutto, l'umorismo pungente e l'amore dilagante.

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